Dibattiti. Taglia-bollette ed equità intergenerazionale

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Secondo Aicep, "le aziende, che pagano l'energia già più cara dei concorrenti esteri e che in più raggiunge  il doppio del suo prezzo quando arriva al punto di consegna, non ce la fanno più" E "se non si trova un rimedio per contenere il divario, faremo terra bruciata dell'industria italiana".

"Cercare di proteggerla in qualsiasi modo costituisce un imperativo, al quale non ci possiamo sottrarre. Non togliamo ai giovani, come direbbe il Papa, la speranza di potere rimanere cittadini europei al pari degli altri e non un popolo di sottosviluppati, con meno debiti, ma senza un soldo in tasca", conclude.

Da Empoli, nel suo intervento, parlava di una proposta, quella del taglia-bollette, che "fa a cazzotti con il principo di equità intergenerazionale".

"Risolvere il problema oggi per spostarlo nel tempo, dovendo in più pagare gli interessi (nelle previsioni almeno il 4% annuo, stando agli attuali rendimenti medi per questo tipo di investimento finanziario)- sosteneva - mi pare francamente una soluzione del tutto inadeguata". "E' vero, tecnicamente non è debito dello Stato perché sarà ripagato in tariffa, ma in ogni caso il principio e anche gli effetti sono gli stessi. Saranno le prossime generazioni di consumatori a dover fronteggiare costi energetici superiori a quelli che avrebbero pagato e a dover subire gli effetti di scelte politiche compiute dall'attuale generazione (sia l'incentivazione alle fonti rinnovabili che l'imposizione fiscale non sono condizioni piovute dal cielo ma decise in autonomia dallo Stato italiano negli scorsi anni)".

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