Il Regolamento Europeo sugli scambi interfrontalieri di elettricità

I meccanismi d’asta previsti dal Regolamento europeo 1228/03 sugli scambi di elettricità “cross border” rappresentano una consistente e reale minaccia, tanto per i consumatori italiani quanto per il sistema economico nazionale nel suo insieme.

La messa all’asta del 50% della capacità di import in Italia non può far altro che portare il prezzo dell’energia estera al livello di quella italiana, così annullando ogni possibile vantaggio economico per i consumatori, trasferendo dai 300 ai 400 milioni di euro/anno dai consumatori italiani agli operatori esteri.

Il risultato di questo meccanismo favorisce e consolida gli alti livelli di prezzo medio, che il produttore nazionale dominante riesce a praticare sul mercato elettrico italiano, incluso quello delle risorse per il dispacciamento e la riserva di potenza.

Di fatto, almeno per l’Italia, la liberalizzazione vagheggiata dalla regolamentazione europea si traduce in un ulteriore meccanismo incentivante la tacita collusione internazionale tra produttori dominanti e il conseguente progressivo allineamento dei prezzi europei dell’energia elettrica verso i più alti livelli praticati in Italia.

Al pari di analoghe associazioni europee di industrie utilizzatrici di energia come di una materia prima, Aicep denuncia una perdurante situazione di liberalizzazione dagli effetti perversi, la creazione di “un mercato altamente manipolabile” da parte dei produttori, uno scenario di “oligopolio di fatto”, in cui il kWh continua a divenire sempre più caro.

Dovrebbe essere ormai evidente a tutti, almeno a quegli uomini onesti e di “buona volontà”, che il prodotto “elettricità” è un prodotto sul quale la liberalizzazione non funziona per una ragione tecnica fondamentale che la rende incomparabile con tutte le altre commodities : l’elettricità non si immagazzina e per molti impieghi non è sostituibile con altre fonti di energia; in questa realtà la tanto decantata “libertà di scelta” si traduce solo nella …“libertà di pagare più cara l’elettricità”.

L’abbandono del pro-rata utilizzato negli anni scorsi per il meccanismo d’asta promosso dal regolamento europeo ha nettamente favorito il business dei traders e i produttori dominanti non certo i clienti finali.

I fatti hanno con ciò evidenziato che per l’elettricità è proprio l’asta al rialzo ad essere la più discriminatoria: favorisce chi può spendere di più ed esclude i clienti finali più sensibili.

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